Campagna Terra Bene Comune

Siamo una rete di produttori biologici, biodinamici certificati e non certificati, professori, architetti, studenti e semplici cittadini. Abbiamo deciso di creare una rete per trovare una linea comune con cui affrontare le varie tematiche legate alla terra ed ad un uso responsabile di questa. Crediamo fondamentale lo scambio di esperienze, conoscenze e nuove tecniche per sfuggire al controllo delle grandi multinazionali e per intraprendere un percorso condiviso di lotta e riappropriazione delle terre incolte mantenendole pubbliche.

Ci riconosciamo nel Manifesto di Genuino Clandestino

TERRA BENE COMUNE FIRENZE

NO alla vendita delle terre pubbliche, Sì alla custodia dei beni comuni

L’Art.66 del decreto Salva Italia prevede la vendita delle terre agricole pubbliche.

Permettere questo significa impedire alle comunità locali di decidere territorialmente come gestirle, consegnare una risorsa vitale agli speculatori, accettare che l’interesse privato sia messo al di sopra del bene comune

Noi ci opponiamo a tutto ciò, spinti da 3 bisogni forti:

1 – SOVRANITA’ ALIMENTARE

È necessario ritrovare il senso di un’economia reale che metta in relazione in modo concreto le comunità locali e soprattutto urbane con il proprio territorio agricolo naturale e tradizionale. Un’economia fatta di relazioni creative e percorsi condivisi tra i produttori di cibo (contadini) e i co-produttori (cittadini) al cui centro stiano con pari dignità il rispetto e la custodia dell’ambiente e la giustizia sociale.

2 – ACCESSO ALLA TERRA e ai saperi contadini

Rivendichiamo il diritto di ogni individuo di poter trarre almeno una parte del proprio fabbisogno alimentare dal lavoro della terra e quindi il diritto di poter accedere alla terra a prescindere dalle proprie possibilità economiche.

Incoraggiamo e sosteniamo tutti i luoghi e le occasioni di scambio gratuito delle conoscenze tra vecchi e nuovi contadini, affinché pratiche agricole tradizionali e buone nuove pratiche si incontrino per arricchirsi a vicenda.

3 – NO ALLA VENDITA DEI TERRENI AGRICOLI PUBBLICI E DEGLI USI CIVICI

Partendo da quello che già appartiene alla collettività, vogliamo dare vita ad esperienze nuove e vitali di agricoltura rurale svincolate dal concetto di proprietà. Sono proprio i terreni pubblici quelli più “fertili” per far nascere un’economia alimentare sana e condivisa dalle comunità locali. Per fare questo è fondamentale che i terreni agricoli pubblici diventino BENI COMUNI soggetti ad uso civico, inalienabili e gestiti dalle comunità locali.

I beni demaniali rurali – e particolarmente quelli abbandonati ed incolti – sono risorse importanti con cui, senza alcun costo, le amministrazioni pubbliche hanno la possibilità di affidare spazi ed occasioni di vita, di lavoro, di progettualità a persone – e segnatamente a giovani – che intendono sperimentare modelli diversi di vita e di economia, potenzialmente utili a tutta la società e con ciò ricercare alternative praticabili e sostenibili ad un modello socioeconomico manifestamente in crisi.

Per che cosa lavoriamo

  • una gestione sostenibile dei terreni e dei beni agricoli di proprietà pubblica, con i quali promuovere “progetti di neo-ruralità”, attraverso concessioni di lunga durata (min. 20 anni);
  • la diffusione di un’agricoltura contadina, locale, naturale e di sussistenza;  perché è l’unica in grado di assicurare alla comunità prodotti sani e genuini a prezzi accessibili, nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio;
  • percorsi decisionali partecipati, che  sappiano coinvolgere nella progettazione la comunità locale e le realtà contadine di nuovo insediamento;
  • la nascita di piccole e diffuse realtà, volte al soddisfacimento delle esigenze della rete dei contadini locali, attraverso progetti concreti, come ad esempio la costruzione di piccoli vivai per la produzione di piantine da orto di varietà locali, usando metodi naturali e a risparmio energetico;
  • la collaborazione con tutte le persone che si riconoscono nei principi di questo manifesto e sono disposte a lavorare per la sua attuazione.

 Che cosa vogliamo

  • Il riconoscimento del diritto ad abitare la terra da parte di chi pratica l’agricoltura contadina. Oggi le leggi impediscono di fatto la riconquista delle terre abbandonate o incolte da parte di soggetti diversi dalle medie-grandi aziende agricole convenzionali, sole titolari del diritto di edificare annessi o abitazioni rurali. Vogliamo poter auto-costruire con materiali naturali (come legno e paglia), fabbricati rurali a bassissimo impatto ambientale, totalmente degradabili e vincolati senza limiti di tempo all’attività agricola.

Agli inizi…