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Comunicato Mondeggi Bene Comune 26/02/2023

“A tutte le persone che seguono il progetto di Mondeggi Bene Comune Fattoria senza padroni.

Come assemblea generale del progetto, crediamo sia doveroso, in questo momento di grandi cambiamenti dentro Mondeggi, prendersi lo spazio e il tempo necessari per dare un quadro complessivo e il più trasparente possibile di ciò che è accaduto e sta accadendo all’interno della nostra comunità da quasi due anni a questa parte. Proviamo dunque a fare un resoconto verosimile dei fatti avvenuti, delle decisioni prese e delle dinamiche messe in atto in questo periodo, per provare ad esplicitare le autocritiche e gli interrogativi che ci rimangono.

Ci scuserete la lunghezza ma sintetizzare una situazione a noi molto cara e così complessa ci risulta difficile.

Iniziamo dunque con una breve cronologia dei fatti.

Nel luglio 2021 il sindaco metropolitano Nardella, dichiarò in conferenza stampa di non voler più alienare la tenuta di Mondeggi, non per chissà quale atto di lungimiranza politica o riconoscimento dei principi di una comunità che da anni si autogoverna, gestisce e cura la tenuta, ma solo per la possibilità di aggiudicarsi una quota di soldi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Difatti non molto tempo dopo, la notizia che un’ingente somma di denaro fosse destinata alla ristrutturazione di tutti gli immobili presenti nella tenuta di Mondeggi fu su tutti i giornali. A fronte della soddisfazione dovuta all’aver indirettamente mandato a monte l’alienazione della tenuta, la possibilità di vedere Mondeggi “rimessa a lucido” in maniera così improvvisa era un’opzione che non avevamo mai inserito nei nostri possibili scenari futuri.

Questo improvviso cambiamento di prospettiva fece crollare il muro di incomunicabilità che ha contraddistinto il nostro rapporto con le istituzioni: dopo essere stati bollati come “nemici” per otto anni, siamo stati cercati per un confronto. Da un giorno all’altro, ci siamo ritrovati a fare i conti con tecnici e accademici incaricati di elaborare un progetto di fattibilità, così che Città Metropolitana (CM) potesse accedere ai finanziamenti, cosa effettivamente avvenuta.

Dopo un periodo di stallo comunicativo, durante il quale sono stati pubblicati e appaltati i bandi per la ristrutturazione degli immobili e si sono definiti più precisamente i progetti pratici di ristrutturazione, siamo tornati a far valere le posizioni della nostra comunità chiamando un presidio sotto Palazzo Vecchio e ottenendo un incontro con alcune delle figure responsabili del progetto.

Da quel momento, parallelamente alle nostre assemblee, si sono tenuti altri incontri nei quali è emersa un’apertura nei nostri confronti, che si è tradotta nel recepimento delle nostre idee riguardanti l’aspetto agricolo e quello sociale del progetto futuro, seppur in mancanza di un riconoscimento esplicito dell’importanza del percorso di Mondeggi Bene Comune in questi anni trascorsi. Ci teniamo a specificare che il dialogo apertosi rimane, da parte nostra, sempre subordinato al rispetto dei nostri principi guida, e pronto a interrompersi nel caso in cui, in futuro, le condizioni poste non siano accettabili.

Siamo così arrivati nel recente passato alla decisione di costituirci in Associazione di Promozione Sociale (APS Mondeggi Bene Comune) per poter avere uno strumento formale che ci consenta di sederci ai tavoli di co-progettazione, per dire la nostra e rivendicare i nostri principi e obiettivi anche in quella sede, forti del supporto di tante persone che in tutti questi anni hanno attraversato e custodito questo luogo. Questa si è dotata di uno statuto che riprende per intero i principi fondativi della nostra comunità già contenuti nei documenti che stanno alla base del nostro vivere collettivo: l’autogestione di Mondeggi come bene comune e la cura del territorio secondo i principi dell’agro-ecologia.

Ovviamente la manovra calata dall’alto di CM, ha posto la nostra comunità di fronte a questioni politiche di grande complessità. Come tanti altri percorsi posti di fronte a situazioni simili sono emersi posizionamenti diversi che ci ritroviamo a riassumere in una banale dicotomia, pur consapevoli che questa semplificazione non rende giustizia alla variegata e multiforme complessità delle posizioni reali esistenti.

Da un lato c’è la mancanza di fiducia nelle istituzioni (che ci hanno per anni messo alla gogna in base a una certa idea di legalità) e una critica radicale ai finanziamenti del PNRR. In diversi casi riconosciamo quest’ultimi come portatori di una retorica che assorbe e neutralizza concetti e valori, a noi cari, che hanno preso corpo come alternative e opposizione al sistema capitalista. Un esempio tra i tanti: l’autogestione che diventa “processo partecipato in tavoli di confronto istituzionali”, riportando il processo di auto-organizzazione dal basso e i suoi risultati all’interno di binari istituzionali consolidati, riducendo la sua spinta più radicale e militante.

Dall’altro, il pensiero di non avere forza sufficiente per ribaltare decisioni che si muovono su un livello troppo alto per le nostre possibilità di azione e al tempo stesso il tentativo di direzionare dal basso il più possibile questo processo, per raggiungere gli obiettivi sul territorio da sempre rivendicati: riappropriazione e autogestione agro-ecologica di un bene pubblico abbandonato, accesso alla terra come diritto all’auto-produzione del proprio cibo e come terapia al malessere diffuso indotto da un sistema profondamente malato, e difesa di una ricchezza collettiva dalla privatizzazione.

La nostra comunità prova ad essere eterogenea e orizzontale (con tutti i suoi limiti) e questo ha fatto in modo che da sempre siano coesistite diverse visioni, con molteplici sfumature. Di fronte alla scelta, purtroppo in breve diventata vitale e binaria, di provare a portare avanti una trattativa o opporsi fin da subito a ciò che stava accadendo, queste visioni sono entrate in conflitto. Nel corso di mesi e mesi di assemblee, abbiamo provato a sviscerare le critiche e le contraddizioni, a cercare un accordo e un mutuo riconoscimento delle parti, arrivando anche a dotarci di un aiuto esterno che facilitasse i momenti decisionali.

Purtroppo i limiti della nostra organizzazione assembleare, sommata alla costante pressione esterna di politici, accademici e tecnici della CM, che ha accelerato i tempi naturali della comunità, hanno portato ad una forzatura del processo decisionale, costringendo l’assemblea ad agire nel perenne emergenzialismo, in un’agenda dettata sempre dall’esterno, creando un clima poco funzionale al confronto.

Il risultato di questa situazione è che le varie posizioni, anziché trovare una sintesi, con il passare del tempo si sono allontanate: la parte più critica non si è sentita adeguatamente considerata nelle discussioni interne, vedendo le proprie posizioni riconosciute ma non condivise dalla maggior parte della comunità. Nell’incapacità di procedere per consenso, alcune persone hanno deciso molto dolorosamente di abbandonare il progetto, sentendosi schiacciate dalla complessità di una situazione in cui le stratificate dinamiche del nostro gruppo sono saltate. Poterle vedere, ammettere l’esistenza di ruoli e poteri interni che agiscono in direzioni diverse e contrastanti, è il lascito più doloroso ma forse più importante di questa parte della storia di Mondeggi Bene Comune. Attraversandola abbiamo imparato che le dinamiche di potere e di gruppo in cui ci siamo trovate invischiate non sono solo nostre, ma si riflettono a specchio in ogni gruppo e progetto che abbiamo attraversato e conosciuto, poiché la società capitalista e individualista ce le insegna fin dalla nascita.

La volontà di tutte, al di là del diffuso dispiacere, è che ognuno trovi e percorra in futuro la propria strada intraprendendo percorsi magari non esattamente sovrapponibili, ma in grado di sostenersi a vicenda.

Considerato tutto questo, è chiaro che ciò che sta accadendo segna la fine di una fase e l’apertura di un’altra; passaggio, come già ricordato, tutt’altro che indolore. In riferimento al PNRR, quello di Mondeggi è uno dei progetti più dispendiosi della Toscana, e il suo compimento avrà come effetto quello di reintrodurre le istituzioni all’interno della gestione di questa parte di territorio, obbligando di fatto l’esperienza ad uscire da una fase di “illegalità” e abbandonare un modello di autogestione totalmente slegato da vincoli istituzionali di qualsiasi tipo. Il percorso che abbiamo deciso di intraprendere segna la fine di questo modello per lasciare spazio ad altri ancora da creare e sperimentare. Nonostante l’illegalità per Mondeggi sia stata un mezzo e non un fine, è innegabile che tale condizione abbia permesso un grado di sperimentazione e agibilità altissimo.

Il presidio abitativo, creatosi in opposizione alla svendita della tenuta, e da sempre cuore pulsante del progetto agricolo e sociale, è l’organo di Mondeggi Bene Comune che più risente di questa trasformazione, avendo esaurito il compito per cui è nato. Il presidio in questi anni però non è stato esclusivamente uno strumento per raggiungere l’obiettivo della vertenza, ma anche un luogo di incontri di persone e idee, un perpetuo laboratorio di saperi e ricerca di nuovi immaginari in un cammino di liberazione dal mondo capitalista in cui viviamo. L’auspicio è che continui ad esserlo; la sfida è riuscirci all’interno di uno scenario mutevole e sempre più complesso.

Nonostante le criticità del momento, che per scelta politica non potevamo omettere, ci sono anche tante nuove e rinnovate energie che sostengono con forza Mondeggi Bene Comune, portando avanti il dialogo con Città Metropolitana. La gran parte della comunità che in questi anni ha visto questo luogo rinascere, non vuole perdere il rapporto costruito con il territorio, e pretende un ruolo decisionale in questo processo di cambiamento, intervenendo dal basso per indirizzare in maniera costruttiva il finanziamento e vigilando sulla sua traduzione pratica.

Oltre al confronto interno e quello con la CM, in questi mesi ci siamo adoperati anche per rafforzare e saldare i rapporti con quelle realtà associative del nostro territorio che si riconoscono nei principi fondativi della nostra comunità e che sono installati alla base della gestione della Mondeggi del futuro. Tutte assieme stiamo cercando di sviluppare una progettualità integrata che coniughi agroecologia e cura del sociale in molteplici forme, continuando il percorso che porti al riconoscimento ufficiale della tenuta come bene comune e permetta la continuità del progetto sociale e agricolo, mantenendo la dimensione abitativa dei contadini che lavorano sul territorio.

In questo scenario dominato dall’incertezza si include un ulteriore tassello a complicare la situazione: tutte le possibilità che potrà offrire la fase finale saranno percorribili se la comunità riuscirà a sopravvivere alla fase transitoria dei cantieri, dove verrà a mancare la disponibilità di gran parte degli spazi abitativi, lavorativi e sociali.

È questo il campo di battaglia più urgente su cui dovremo confrontarci, sia internamente che con la CM: è imprescindibile trovare un modo per riuscire a rimanere a presidiare il territorio; rimanere sulla terra e mantenere la sua custodia ed il suo uso è di vitale importanza per l’identità e la continuità – oltre che agricola anche sociale e collettiva – della comunità. A questo scopo, stiamo lavorando ad un progetto di transizione, da valutare insieme alle istituzioni, che vogliamo sostenere con la stessa determinazione che in questi anni ci ha consentito di arrivare fin qui.”

Comunicato Mondeggi Bene Comune 13/04/2022

Alla Città Metropolitana,
Al sindaco Nardella ed al suo partito,
A tuttə coloro che in questi anni con rabbia ed amore hanno difeso e
creato una nuova forma di autogoverno dal Basso : Mondeggi Bene Comune.

Dall’ultimo aggiornamento riguardo il destino della tenuta di Mondeggi, vecchio ormai di un mese e mezzo, diversi accadimenti hanno fatto il loro corso; tutto ciò, purtroppo, non ha contribuito a dissipare minimamente gli enormi punti interrogativi di cui la vicenda è farcita.

Ci eravamo lasciati nel bel mezzo della stesura del progetto che la Città Metropolitana intendeva inoltrare al Ministero competente in modo da intercettare i fondi europei del PNRR. Lavoro coordinato da tecnici dell’Università di Firenze, a cui il comitato Mondeggi Bene Comune ha partecipato in maniera attiva – pur non avendo avuto alcun riconoscimento formale – fornendo contributi concettuali e operativi sviluppati in otto anni di lavoro e permanenza in loco. Nonostante ruoli e percorsi differenti, le convergenze con i progettisti sono state molteplici: senza entrare nei dettagli per ovvi motivi di spazio, entrambi abbiamo intuito ed evidenziato le potenzialità della tenuta in termini di aggregazione sociale e produzione agro-ecologica di cibo sano, di formazione orizzontale, accoglienza di soggetti vulnerabili e di sviluppo di rapporti gestionali e produttivi differenti e innovativi, incentrati sull’utilizzo collettivo del bene. Il risultato di tale lavoro, durato un paio di mesi, ha preso forma in un documento, purtroppo ad oggi non ancora consultabile, che avrebbe dovuto vincolare rigidamente il futuro di Mondeggi alle linee guida appena toccate; insomma una base solida sulla quale impalcare il processo di co-progettazione dal basso con i potenziali futuri attori del progetto, così come stabilito dall’iter iniziale.
In parallelo a tutto ciò, dopo insistenti richieste durate mesi, si è finalmente aperto un momento di confronto tra l’esperienza di Mondeggi Bene Comune e la Città Metropolitana di Firenze: alcuni portavoce del comitato hanno incontrato alcune delle figure tecniche e politiche deputate a gestire la questione. Incontri in verità interlocutori, in cui le parti hanno dibattuto astrattamente sulle specifiche esigenze e posizioni, senza purtroppo avere a disposizione una base concreta di confronto. Incontri terminati, per adesso, in attesa dell’elaborazione che l’ente pubblico si è riservato di dare al documento emerso dal lavoro dei progettisti, che evidentemente non soddisfaceva in pieno le necessità dei tecnici metropolitani.

Siamo adesso in una fase di stallo: la revisione in corso da parte della Città Metropolitana sta di fatto prolungando l’attesa e gli interrogativi sul destino della fattoria. Se la parte del progetto già inoltrata in sede europea – e già, quindi, ufficializzata – è pressoché limitata all’elenco degli interventi di manutenzione strutturale, l’ambito più squisitamente politico rimane tuttora da sviscerare. Perché questa dilazione, ci chiediamo? Quali sono gli aspetti che, dopo mesi di lavoro serrato, a cui ha partecipato la stessa Città Metropolitana, restano contraddittori a tal punto da necessitare di una revisione ex post? Il bisogno di tempo è funzionale alla lettura e condivisione diffusa all’interno del palazzo, oppure ad una modifica sostanziale dei principi contenuti nel testo?

Tutto questo non lo possiamo ad oggi sapere; il contesto e le parole udite, però, ci autorizzano a formulare supposizioni. A fronte di alcune convergenze, resta evidente una distanza tra la posizione di Mondeggi Bene Comune e quella dell’ente metropolitano: se da una parte la spinta mira al riconoscimento del “bene comune Mondeggi”, implementando e regolarizzando quello che è l’agire attuale, dall’altro l’impressione è che la dimensione economica resti preponderante. Il fatto che la Mondeggi del futuro debba camminare con le proprie gambe, e non tornare ad essere l’attività in perdita che era anni or sono, è fuori discussione per tutti; subordinare però a questa esigenza ogni velleità trasformativa, annegando nell’economicismo asettico il potenziale sociale già parzialmente emerso in questi anni di lavoro, ci pare un errore miope. Un progetto che sia innovativo deve saper osare: così come Mondeggi Bene Comune ha osato otto anni fa presidiando permanentemente la tenuta, salvandola dai reiterati tentativi di vendita, oggi è l’ente pubblico che è chiamato a sganciarsi dagli schemi consolidati per lanciarsi in qualcosa che sia diverso; ovvero trasversale, partecipato, collettivo. Nel consueto gioco a scaricabarile della politica serve qualcuno che se ne assuma la responsabilità, indicando a tecnici e dirigenti la strada da seguire. Ci rivolgiamo allora al Sindaco Nardella perché al più presto elabori una posizione e la esprima alla collettività; una posizione che sia rappresentativa della volontà politica del suo partito, e che possibilmente non collimi con la consuetudine del minimo sforzo e minimo rischio. Prendere in reale considerazione il riconoscimento della Dichiarazione di Uso Civico, ed interrompere la spirale mediatica che da anni si aggrappa ad un concetto di legalità che tutto rappresenta fuorché un ideale di giustizia, ci sembra un primo passo sin troppo atteso. In una recente intervista radio sull’infelice sgombero dell’occupazione di Corsica 81, a cui va tutta la nostra solidarietà, lo stesso Nardella ha descritto la Mondeggi del futuro come un “modello di autogestione”, una sorta di laboratorio dal basso di nuove pratiche collettive; se queste parole corrispondono al vero, e non sono soltanto un tentativo di dividere tra “buoni e cattivi”, è adesso il momento di tradurle in pratica.

Come comitato Mondeggi Bene Comune, infine, attendiamo l’esito di questo confronto convinti delle nostre ragioni. Abbiamo in questi mesi dato la nostra massima disponibilità al dialogo in ogni sede e su ogni argomento; non siamo però disposti a scendere passivamente a patti su quelli che sono i principi che ci animano e che hanno permesso alla fattoria di rifiorire in questi otto anni: abbiamo difeso Mondeggi perché fosse veramente di tuttə, e non ci fermeremo certo adesso.

Comitato Mondeggi Bene Comune
13/04/2022

 

Comunicato  14/02/2022

Se talvolta il tempo scorre indolente e statico, quasi stanco di apportare modifiche all’ordine delle cose, altre volte imprime accelerazioni vertiginose, e fare fronte a tali cambi di ritmo diventa un’impresa.

Per tutto il periodo autunnale, in svariati modi la realtà di Mondeggi Bene Comune ha posto l’accento sul silenzio istituzionale che era seguito alle dichiarazioni estive del Sindaco Nardella, secondo le quali la tenuta sarebbe stata completamente recuperata e ristrutturata coi soldi del PNRR.

Solo all’inizio di quest’anno qualcosa si è definitivamente messo in moto: la Città Metropolitana ha infatti incaricato due squadre di tecnici, appartenenti alle Facoltà di Architettura ed Economia dell’Università di Firenze, di redigere un progetto di fattibilità tecnico-economica da inoltrare entro il prossimo 16 marzo al ministero competente. Tale progetto sarebbe finanziabile per un importo che ammonta a 50 milioni di euro. Successivamente, in caso di esito positivo, avrebbe luogo la progettazione nel dettaglio.
Il mandato di interazione che il team di tecnici ha ricevuto da Nardella rappresenta il primo interesse concreto a fronte di otto anni di silenzio.

Abbiamo quindi deciso di condividere le idee della nostra comunità allargata, legittimati dal sostegno di un territorio del quale MBC si ritiene parte integrante.

Agricoltura agroecologica, sostenibilità energetica, inclusione sociale, cura della persona, libera trasmissione dei saperi sono solo alcuni degli ambiti sui quali abbiamo lavorato concretamente in questi anni; il tutto racchiuso dal guscio poroso di “bene comune”, ovvero una forma innovativa di autogoverno partecipato e orizzontale della proprietà pubblica. 
In questa corsa contro il tempo che ci sta obbligando a frequenze assembleari da capogiro, entusiasmo e timori annaspano scavalcandosi a vicenda. Se da un lato la privatizzazione del bene sembra definitivamente scongiurata, dall’altro, nonostante gli incontri con i progettisti, non esistono ancora garanzie formali circa il futuro che riguarda la nostra comunità.

Il grande assente è la Città Metropolitana; dovrà essere quest’ultima infatti a chiarire gli aspetti che, nel turbinio delle scadenze, rimangono tuttora oscuri: gestione complessiva del bene, utilizzo delle risorse, modalità di accesso e molto altro ancora.
Ad oggi la nostra priorità politica è la salvaguardia e la valorizzazione della proposta che a Mondeggi ha visto coesistere ambito agricolo e sociale, soprattutto nei suoi contenuti innovativi e pionieristici.

A prescindere dagli scenari che si prospetteranno, ci sentiamo in dovere di esplicitare la nostra posizione: la Dichiarazione di Uso Civico rappresenta ancora il nostro punto di riferimento, nonché una strada praticabile – adesso come in passato – per eliminare la foglia di fico dell'”illegalità” dal corpo nudo dell’istituzione metropolitana. Lo ribadiamo soprattutto nei confronti di chi si sente parte di questa lotta e mai ha fatto mancare il proprio contributo, che abiti sul territorio o dall’altra parte del mondo. 
Di fatto, oggi Mondeggi è un bene comune e auspichiamo che tale rimanga; e non perché coloro che l’hanno sottratto al degrado e custodito per otto anni ne rivendicano la priorità di gestione su base di merito, bensì perché già adesso il processo inclusivo che si è dato è stato l’espressione di un intero territorio, non solo ripolese ma trasversalmente metropolitano.

L’unica garanzia che abbiamo è la forza della rete sociale alla quale apparteniamo: quello che riusciremo a ottenere sarà pari all’energia che riusciremo a catalizzare, ovviamente dal basso verso l’alto; e per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutt*.

Mondeggi Bene Comune
14/02/2022

Comunicato di fine anno – 2021

Sono passati già cinque mesi dalla conferenza stampa del sindaco Nardella con la quale veniva dichiarata la volontà dell’amministrazione di non vendere la tenuta di Mondeggi – anzi di recuperarla grazie ai fondi europei del PNRR – e di iniziare un confronto con la comunità di Mondeggi Bene Comune, per valorizzare questa esperienza e giungere ad un progetto condiviso.
In questi cinque mesi la nostra comunità si è data molto da fare per farsi trovare pronta:
abbiamo più volte chiesto formalmente l’inizio del preannunciato dialogo;
abbiamo intrapreso un percorso progettuale interno finalizzato sia alla sistematizzazione di tutte le attività che stiamo portando avanti, sia alla definizione delle linee progettuali da estendersi su tutta la tenuta di Mondeggi;
abbiamo continuato a lavorare e curare la terra, così come facciamo da otto anni a questa parte;
abbiamo letto con attenzione il decreto ministeriale che regola l’erogazione dei fondi europei, scoprendo che il termine per la presentazione di un qualsiasi progetto (quindi anche di quello inerente Mondeggi) scade i primi giorni di marzo 2022.

In questi cinque mesi, invece, la Città Metropolitana ha fatto perdere le proprie tracce, non rispondendo a nessuna sollecitazione da parte nostra, nonostante il pochissimo tempo dato dal Ministero per predisporre un progetto.
Per uscire da questa apparente situazione di stallo, sabato 11 Dicembre abbiamo organizzato un incontro/dibattito pubblico (“Mondeggi oltre Mondeggi – un progetto condiviso per il futuro”, Circolo l’Unione a Ponte a Ema – FI), che avrebbe potuto essere l’inizio di un confronto finalmente collaborativo, oltre che l’occasione per presentare pubblicamente il progetto di Mondeggi Bene Comune.
Ebbene, se da un lato la partecipazione della popolazione e delle associazioni del territorio non ha disatteso le aspettative, dobbiamo registrare che anche stavolta la parte politica interessata è stata assente, non facendo variare, di fatto, lo stato delle cose. Quel che è certo è che la nostra comunità ha fatto tutto il necessario per comunicare la propria disponibilità a dialogare, a confrontarsi, a progettare assieme; ricevendo sempre come risposta neanche un diniego, ma il totale silenzio. Evidentemente nei palazzi della Città Metropolitana il concetto di co-progettazione è del tutto ignoto, come ignoto deve essere il fatto che addirittura per l’Europa tale concetto costituisce un elemento che rafforza un qualsiasi progetto.
Siamo quindi obbligati a prendere atto che lo stato di contrapposizione in cui ci troviamo dall’inizio della nostra esperienza non può che proseguire, ancora una volta a causa della totale sordità istituzionale.

Detto ciò, da parte nostra siamo intenzionati a implementare e portare avanti l’ambito progettuale nel quale abbiamo investito, e continueremo a lavorare e a curare la terra collettivamente come stiamo facendo fin dall’inizio.
Il tempo passa, Marzo si avvicina e noi, come al solito, non staremo certo con le mani in mano.

Mondeggi Bene Comune – Fattoria Senza Padroni

Presidio sotto la Città Metropolitana, mercoledì 23 Giugno, ore 9.00

Il partito dell’“incuria” riprova a vendere Mondeggi

Era il primo marzo 2019 quando l’ennesimo tentativo di vendita della tenuta di Mondeggi naufragò miseramente. Nonostante il prezzo di base d’asta ridotto al minimo e la spasmodica ricerca di facoltosi acquirenti interessati, all’apertura ufficiale delle buste l’unica proposta presentata, puramente simbolica, fu quella del comitato Mondeggi Bene Comune – Fattoria senza Padroni.
In quella specifica occasione, così come molte altre volte precedentemente, venne presentata la sola proposta credibile e costruttiva in merito alla gestione del territorio di Mondeggi: il riconoscimento formale da parte dell’ente pubblico del Bene Comune e l’affidamento della tenuta attraverso gli “Usi civici e collettivi” alla comunità diffusa che da anni si opponeva alla vendita.

Oggi, a più di due anni di distanza, il copione sembra destinato a ripetersi: la Commissione al Patrimonio della Città Metropolitana di Firenze inoltrerà in Consiglio, Mercoledì 23 Giugno 2021, l’ennesima proposta di bando, che metterà all’asta la totalità della tenuta di Mondeggi, eccetto una porzione comprendente una casa colonica e un annesso agricolo, da affidare ad un soggetto giuridico terzo. Se la proposta venisse approvata, la fattoria sarebbe di nuovo a rischio alienazione e il percorso Mondeggi Bene Comune vedrebbe in pericolo la propria esistenza. Non sono bastati, evidentemente, i sette anni di presidio permanente, attraversato da migliaia di persone, che hanno strappato la fattoria all’abbandono; non è bastata neanche l’interlocuzione, finalmente avviata da un paio di mesi, con alcuni rappresentanti della stessa Città Metropolitana, per cercare una soluzione che salvaguardasse il Bene Comune Mondeggi facendolo divenire caso esemplare in materia di diritto.
Prendiamo atto, se mai ce ne fosse stato bisogno, che gli enti istituzionali, al loro interno, sono tutt’altro che coesi e che alcune posizioni pregiudiziali, granitiche e incancrenite, oltre che squisitamente “personali”, come quella del Sindaco di Bagno a Ripoli Casini e della responsabile al patrimonio Tosi, nuociono alla collettività tutta. Così come grava sulla collettività la spesa di oltre novantamila euro per cinque mesi (!) che è stata stanziata per l’attività costante di sorveglianza privata sulla tenuta di Mondeggi, iniziata in questi giorni tra minacce di vario genere; soldi pubblici che vengono dilapidati per coprire le falle di una mancata gestione, come se i problemi legati all’abbandono degli immobili potessero essere risolti da un esercito di vigilantes.
La denuncia da parte nostra di ciò che si sta mettendo a punto in Commissione è un atto dovuto: lo dobbiamo a chi, in questi anni, ha messo tempo, entusiasmo ed energie nel recupero di un pezzo di territorio abbandonato colpevolmente al degrado, e a chi ha aderito, anche solo moralmente, ad una lotta nata dal basso ma dal respiro ormai globale.

Chiediamo pertanto alla Città Metropolitana di Firenze che la proposta di bando venga rigettata in Consiglio, che la vendita come soluzione sia definitivamente e ufficialmente accantonata, e che si persegua, viceversa, quel dialogo ancora embrionale che si stava dando con lo stesso ente. Se così non fosse, prenderemo atto per l’ennesima volta della miopia suicida che regna nelle stanze dei palazzi, dell’incapacità anche solo di pensare soluzioni differenti in un mondo che muta a velocità siderale; e detto ciò, continueremo a seminare, potare, raccogliere, ridere, dissodare, spietrare, ballare e riflettere come facciamo da ormai sette anni.

Difendere Mondeggi dalla privatizzazione, la svendita o l’abbandono è oggi più che mai una priorità di tutte e tutti, vi invitiamo quindi Mercoledì 23 Giugno alle ore 9.00 in Via Cavour sotto il palazzo della Città Metropolitana per spingere l’amministrazione ad ammettere le proprie colpe ed abbandonare una volta per tutte l’ipotesi di vendita ed alienazione.

 

Solidarietà alla Valle che resiste!

La comunità di Mondeggi Bene Comune esprime la massima solidarietà alle compagne e i compagni che in Val di Susa stanno resistendo all’ennesima dimostrazione di violenza e abuso di potere da parte delle forze del disordine nel loro territorio.

Siamo indignate e sconcertate per quanto avvenuto a Giovanna, ferita gravemente da un lacrimogeno lanciato ad altezza uomo durante la manifestazione di pochi giorni fa, che le ha causato un trauma cranico e diverse fratture al viso. Ad ora, la questura sta cercando di sviare in tutti i modi quanto avvenuto per declinare la propria responsabilità.
Ancora più indignate, siamo dalla reazione dei media e di chi continua a sostenere che avrebbe fatto meglio a starsene a casa, alimentando la vergognosa retorica del “se l’è cercata”.

Se manifestare contro qualcosa di ingiusto e indesiderato è andarsela a cercare, allora noi vogliamo ringraziare Giovanna e tutte le compagne e i compagni No Tav, per ” Essersela cercata”, per non essersi mai arres@, per aver continuato a resistere ogni giorno per difendere la loro valle dalla devastazione e dalla violenza che da sempre hanno accompagnato i lavori di quell’inutile e nociva grande opera che è la TAV Torino-Lione.

Ogni territorio ha il diritto inalienabile di difendere la propria terra, di decidere collettivamente come amministrarla, abitarla, curarla. Se questo diritto viene violentemente calpestato, se le voci del territorio vengono ignorate e svilite, resistere rimane l’unica via praticabile.

Da Mondeggi, tutto il nostro amore, la nostra rabbia, la nostra solidarietà.

Ora e sempre, al fianco delle comunità che difendono il proprio territorio dall’esproprio, dalla devastazione, dalle grandi opere imposte.

Non facciamo passare in silenzio quello che è successo, se toccano una toccano tutte, Forza Giovanna, non sei sola!

#Asaràdura!

In merito agli sviluppi della giornata del 30 ottobre

In questi giorni gli sviluppi sulle indagini riguardanti la giornata di protesta di fine ottobre a Firenze, hanno portato all’arresto ed a misure cautelari preventive per venti ragazze e ragazzi.

Quella piazza di ottobre nonostante l’ambiguità della chiamata portava con se tutta la rabbia, il disagio e la frustrazione di una generazione intera costretta prima alla precarietà cronica, al lavoro nero ed all’assenza totale di prospettive, e poi, con le misure contraddittorie prese per l’emergenza sanitaria, a rimanere confinata in casa, con le scuole serrate, la socialità annullata, il senso di precarietà ancora più opprimente di prima.

Conosciamo bene molte delle persone additate in questi giorni dalla stampa come criminali, “professionisti del disordine” o qualsivoglia sostantivo riprovevole che ha tentato di infangare e individuare responsabili di una giornata che ha come protagonisti indiscussi (in negativo) la questura di Firenze, il terrorismo dei media e le istituzioni cittadine quanto nazionali.

Conosciamo bene Nicco, nostro amico, compagno e fratello, che con la sua energia ha contribuito in questi anni alla realizzazione di moltissime attività agricole e sociali senza le quali oggi Mondeggi non sarebbe la stessa, e la cui partecipazione è stata fondamentale nella creazione di esperienze come quella del Mercato Contadino di Piazza Tasso. Insieme a lui abbiamo portato avanti percorsi di cura e recupero della terra e organizzato iniziative come la “Scuola Contadina”, ciclo di corsi di formazione agricola gratuiti ed aperti a tutt*.

Riteniamo che i professionisti del disordine e i criminali siano ben altri, e sono i responsabili dello scenario di disagio sociale in cui siamo costretti a vivere, tra nocività, sfruttamento e isolamento, in cui ogni forma di dissenso e ogni realtà che costruisce o immagina alternative, vengono ostacolate.

Crediamo che tutte le persone colpite dalle misure e che portano avanti attività che promuovono il benessere delle comunità, non possano essere trattate come criminali e limitate nella loro libertà.

Nicco, Alberto, Cosimo, Matteo, Steve e tutt* Liber*

Difenderemo La Polveriera

Molte volte siamo state alla Polveriera, tante da non ricordarcele tutte. Come contadine, ricordiamo con affetto l’affollato mercato nel chiostro, le gioie e arrabbiature, le discussioni, gli incontri, le assemblee della comunità di resistenza contadina. In quella e in tante altre occasioni da Mondeggi abbiamo attraversato con piacere gli spazi di Sant’Apollonia, perchè nell’esperienza della Polveriera riusciamo a riconoscerci, assieme, nell’idea del comune opposto a pubblico e privato, nell’autogestione come pratica di determinazione e liberazione. Gli oltre trenta diversi progetti culturali stabili, le innumerevoli iniziative di questi anni, la moltitudine di persone che di tutto questo ha goduto gratuitamente sono la viva testimonianza della forza di queste idee e pratiche.

 
Ora una voce arrogante si è levata, dicendo che tutto questo non ha valore, che deve cessare di esistere, che ciò che deve esistere sono invece grigi uffici, da popolare di impiegati al servizio dei padroni della voce. 
 
Ma esperienze come La Polveriera, esperienze del comune e dell’autogestione, aprono orizzonti in cui è possibile immaginare un altro mondo, un mondo in cui sia possibile determinare con la propria testa e le proprie mani la realtà attorno a noi: l’incontrarsi, il lavorare, l’abitare, lo studiare; il farlo assieme come comunità solidale e territoriale, discutendo e decidendo per i nostri bisogni, senza lasciare che qualcun’altro lo faccia per noi. 
Infine il prendersi cura, il fare spazio e il difendere ciò che creiamo. 
La Polveriera non è sola: molte voci solidali si alzano al suo fianco, siamo unite e determinate a non farci portare via dall’arroganza ciò a cui teniamo e per cui ogni giorno ci impegnamo. 
 
Per tutto questo, difenderemo La Polveriera.
 
Mondeggi Bene Comune – Fattoria Senza Padroni